
Reggia di Carditello: morte e rinascita di un gioiello borbonico
Buongiorno Happyagers, quello che stiamo per proporvi oggi è un viaggio all’insegna dell’arte e della cultura, un viaggio dal sapore regale, antico, potremmo dire quasi un viaggio d’altri tempi.
Sicuramente starete pensando a qualche città d’arte, oppure a qualche bel museo da visitare…sbagliato!
Proviamo a darvi qualche indizio!
Chiudete gli occhi ed iniziate ad immaginare sontuosi palazzi, balli di corte, vestiti pomposi e parrucche voluminose.
Questa volta ci siete vero? Curiosi di conoscere allora la vostra prossima meta?

Dunque, stiamo per partire alla scoperta delle “Residenze Borboniche in Campania”, in particolare, vogliamo mostrarvi uno dei palazzi, ancora poco conosciuti, ma grazie al quale è possibile riscostruire e risalire al passato delle famiglie che vi hanno vissuto.
Stiamo parlando de “la Reale tenuta di Carditello”, conosciuta meglio come Reggia di Carditello, un complesso architettonico sobrio ed elegante di stile neoclassico un tempo circondato da boschi e coltivazioni.
La Reale tenuta di Carditello
La Reale tenuta di Carditello, è solo una delle tante proprietà appartenenti alla dinastia reale dei Borboni di Napoli.
Del gruppo di proprietà della famiglia reale facevano parte anche:
- la Reggia di Portici;
- il Palazzo Reale di Napoli;
- la Reggia di Capodimonte;
- la Reggia di Caserta,
- palazzi dedicati prettamente allo svago della famiglia reale.
Ma non solo.

A differenza della Reggia di Caserta, la Reale tenuta di Carditello, aveva una funzione ben precisa.
Dimenticate per un momento sfarzo, balli, e banchetti tipici delle famiglie reali.
La Reggia di Carditello è una delle residenze de i Borboni di Napoli tra le più caratteristiche che racconta anche un altro aspetto della vita quotidiana di questi nobili.
La reggia dedicata alla caccia
Situata a San Tammaro in provincia di Caserta, la Reggia di Carditello fu in passato la residenza Borbonica dedicata alla caccia, all’allevamento dei cavalli di razza e alla produzione agricola e casearia.
Addirittura, con l’introduzione di un grande allevamento di bufale, si iniziò a produrre un formaggio fresco molto simile alla rinomata mozzarella.
Di primo acchito non pensereste mai ad un palazzo dedicato esclusivamente alla produzione di formaggi o all’arte venatoria dei sovrani.
Ma quando si ha a che fare con nobili e reali si sa che amano fare le cose in grande.
Gli interni della Reggia
Se esternamente si presenta con uno stile piuttosto sobrio, l’appartamento reale è invece arte allo stato puro. Dipinti, affreschi, decorazioni e opere murarie hanno fatto da padrona.
Purtroppo, a causa dei numerosi affronti subiti nel corso degli anni e con l’avvicendarsi di diverse corti a palazzo Carditello, nel tempo molte opere sono state danneggiate.
Tuttavia, grazie alla passione e all’impegno dei movimenti civici, del Ministero dei Beni e delle attività culturali e del turismo, già dal 2004 fu intrapreso un rapido processo di rivalorizzazione.
Ma facciamo un passo indietro per scoprire qualcosa in più su questa costruzione.
La Reggia di Carditello la storia
Il Real Sito di Carditello fu costruito nel 1787 per volere di Ferdinando IV di Borbone, fu però Carlo di Borbone che destinò la reggia all’allevamento dei cavalli ed alla caccia.
Il progetto vero e proprio si deve però all’architetto romano Francesco Collecini che strutturò la reggia, così, come la vediamo ancora oggi.
La Reggia di Carditello interni
La Reggia di Carditello è composta da una palazzina principale posta in posizione centrale sovrastata da un loggiato e da un belvedere.
Lateralmente è affiancata da altri edifici di servizio e da un ampio galoppatoio ellittico, delimitato da due fontane decorate con obelischi e con un tempietto circolare nel mezzo.
Tuttavia, fu negli anni avvenire che il sito acquisì tutto il suo reale splendore ed il suo prestigio, precisamente quando il pittore di corte Jacob Philipp Hackert, fu incaricato di occuparsi dell’arredo dell’appartamento reale e di tutte le decorazioni.
Gli artisti che hanno partecipato ai lavori della reggia
Dunque, si devono all’artista tedesco le opere murarie e la scelta degli arredi raffinati che commissionò da Parigi.
Ma Jacob Philipp Hackert non è stato l’unico artista operante ad occuparsi delle decorazioni della reggia. Hanno dato un prezioso contributo anche artisti :
- Fedele Fischetti, che ha dipinto la volta situata nella Galleria centrale, raffigurando l’Apoteosi di Enrico IV;
- Carlo Brunelli, Giuseppe Cammarano, Domenico Chelli, Giuseppe Magri, hanno eseguito i monocromi che decorano la Chiesa a pianta centrale e la tela dedicata all’Ascensione di Cristo destinata all’altare, (quest’ultima ora custodita alla Reggia di Caserta);
- Angelo Brunelli ha lavorato alle volte e ai bassorilievi in stucco presenti nelle due scalinate monumentali.
Molti dipinti non si trovano più presso la Reggia di Carditello, ma sono conservati altrove. Soprattutto, dipinti di natura morta, arazzi, mobili ed arredi, divisi tra Caserta, Palazzo Reale di Napoli e Capodimonte.
Ma cos’è successo? Come mai gli arredi di questo maestoso palazzo sono andati perduti?
Nel 1920 gli immobili e gli arredi passarono dal demanio all’Opera Nazionale Combattenti e tutti i suoi numerosissimi ettari furono lottizzati e venduti.
Rimasero esclusi il fabbricato centrale e i 15 ettari circostanti che nel secondo dopoguerra entrarono a far parte del Patrimonio del Consorzio Generale di bonifica del bacino inferiore del fiume Volturno.
Nel corso della Seconda Guerra Mondiale, a causa dell’occupazione da parte delle truppe tedesche e delle continue azioni vandaliche dei soldati stabilitisi, la Reale Tenuta di Carditiello cadde in un profondo stato di degrado.
Degrado che è continuato fino al nostro secolo, quando i più bei marmi e i maestosi tesori della reggia sono stati trafugati dalle famiglie camorristiche dell’agro-casertano e i terreni circostanti utilizzati come discarica per rifiuti tossici e amianto, segnando forse il periodo di maggior disagio della Reggia.
La rinascita di Carditello
Per molti anni la tenuta è quindi rimasta sconosciuta e in sordina rispetto alla vicina Reggia di Caserta, fino al 2016, quando si è deciso di far rinascere la Reggia e salvarla dal grave stato di abbandono e di decadenza in cui era caduta.
Si è quindi avviata nel 2016 un’importante operazione di recupero, affidata alla cura e alla passione della Fondazione Real Sito di Carditello.
Il recupero che ha previsto:
- la bonifica dei terreni,
- il restauro dei palazzi e degli arredi,
- il rilancio dell’immagine della Tenuta.
Oggi, nonostante parte dei lavori siano ancora in corso, la Reggia è di nuovo aperta ai visitatori, che possono ammirarla in tutto il suo splendore.
Come visitare la Reggia di Carditello con un tour organizzato?
Iscriviti anche tu al tour happy Age alla scoperta DELLE RESIDENZE BORBONICHE IN CAMPANIA CLICCANDO QUI.
Un tour in bus che vi permetterà di visitare la Reggia di Carditello. Ma non solo.
Potrete visitare anche altre tra le più belle residenze dei Borboni come la Reggia di Caserta e la Reggia di Capodimonte, che hanno fatto da splendida scenografia alle vicende di una delle più importanti e antiche case regnanti d’Europa.
Lasciatevi ispirare da Happy Age, scoprite tutte le nostre straordinarie proposte e prenotate con pochi click sul sito www.happyage.it
4 Comments
-
-
Mariano Alabiso
Complimenti a chi è stato il promotore di questa nobile quanto importante iniziativa per far rivivere la storia del nostro Paese! Spero di avere ancora una chance per farmi guidare da Voi !!!
Serranti Orlando
Mi sembra una bella iniziativa io personalmente conosco bene sia la Reggia di Caserta che quella di Capodimonte ma la Reggia di Carditello non la conosco e neppure mai visitata