La Befana vien di notte… la storia della vecchietta più attesa dai bambini
“La Befana vien di notte con le scarpe tutte rotte col cappello alla romana viva viva la Befana!”…
E già, la Befana sta per arrivare, ed i bambini attendono con ansia il suo arrivo.
Dai racconti fatti dai nonni e dai libri di favole, la vecchietta più conosciuta ed al tempo stesso più temuta dai bambini, arriva a bordo della sua scopa, tutta vestita di stracci, saltando da un comignolo all’altro per lasciare nelle calze lasciate appese al bordo del camino, caramelle, giocattoli e dolciumi ai bimbi più bravi, mentre, a quelli più biricchini lascia un bel mucchietto di cenere e carbone.
Se a Babbo Natale i bimbi lasciano come segno di riconoscenza latte e biscotti, alla Befana, è tradizione far trovare un po’ di frutta come arance e mandarini ed un bel bicchiere di vino.
La storia della Befana
Ma vi siete mai chiesti qual è la storia della Befana? Da dove arriva questa vecchietta piuttosto bruttina e malconcia dal mento aguzzo ed il naso lungo? Bene, se qualche settimana fa vi abbiamo raccontato come viene celebrata la Befana nel mondo, oggi vogliamo raccontarvi la sua storia.
Le storie che si raccontano sul suo conto sono davvero tante, alcune arrivano da lontano, mentre, altre sono davvero fantasiose
Ed allora care e cari Happy Agers, siete curiosi di scoprire assieme a noi le origini e la storia della Befana?
Befana e tradizione cristiana
Iniziamo col dire che il giorno della Befana è sicuramente legato ai tre Re Magi. Come da tradizione cristiana, le statuine di Baldassare, Melchiorre e Gasparre arrivano e si posizionano davanti alla capanna di Gesù, Giuseppe e Maria, proprio nel giorno del 6 gennaio.
Ma ancor prima di giungere dal Messia, non tutti sanno che in una fredda notte di gennaio, i Re Magi, smarriti ed affaticati, chiesero proprio ad una vecchina, il modo per trovare il cammino che li avrebbe condotti dal bambino Gesù. I Re Magi, in segno di gratitudine chiesero all’anziana donna di accompagnarli alla capanna di Gesù. Ma la donna in un primo momento rifiutò l’invito. Non passò troppo tempo che la vecchina, cambiò idea, ma a quel punto, era già troppo tardi, infatti, dei tre uomini non vi era più traccia. La vecchina, nella speranza di trovare il Messia, iniziò così a bussare alla porta di ogni casa, per regalare ai bambini qualche dono.
Altre storie e leggende della Befana
Ma questa è solo una delle tante leggende e storie legate alla Befana. Scopriamone altre.
La Befana e la festa romana
Tra le tante tradizioni legate al periodo natalizio, vi è sicuramente quella di scambiarsi i regali. Non a caso la prima delle storie della Befana che abbiamo scovato è quella che collega la Befana ad un’antica festa romana che si celebrava nel periodo invernale in onore della dea Strenia e di Giano. Vi starete chiedendo cos’ha che fare il rituale di scambiarsi i doni con questa festa?
Bene, avete presente la consuetudine delle strenna di donare ad amici, parenti e conoscenti dei regali in segno di buon augurio? Questa usanza degli antichi Romani, consisteva nello scambiarsi ramoscelli d’alloro, detti strēnae perché staccati da alberi posti nel bosco sacro della dea Strenia. La dea Strenia simbolo dello scambio dei doni fatti nel periodo che va dalla fine dell’anno ad inizio anno. Come la Befana che simboleggia l’anno passato ed al tempo stesso, il gesto di lasciare doni, è un gesto di buon augurio.
La festa della Strenia venne poi sostituita con quella del dio Giano, una divinità raffigurata con due volti che guardano in direzioni opposte: una che guarda al passato ed una che guarda al futuro. Non a caso il mese di Gennaio deriva proprio dal suo nome, in quanto dio che guida gli inizi.
La notte dei Cucibocca
Dopo il racconto della strenna, un’altra storia della Befana molto singolare che vogliamo raccontarvi è quella legata alla notte dei Cucibocca a Montescaglioso, un piccolo comune italiano di 9 238 abitanti della provincia di Matera in Basilicata.
Si tratta di un’usanza molto molto particolare.
Gli abitanti del borgo sostengono che la notte tra il 5 e il 6 gennaio, nonché notte dell’Epifania, a Montescaglioso facciano ritorno le anime del Purgatorio.
Secondo la leggenda, i morti tornerebbero a bussare alle case dove hanno vissuto da vivi, per chiedere vino e cibo. Ma il loro aspetto spaventava la gente. Il loro volto era infatti coperto da una folta capigliatura e da una lunga barba biancastra. In testa portavano un enorme cappellaccio di paglia ed indossavano un grande tabarro.
Nelle mani portavano, inoltre, una grossa cesta, una lanterna e perfino un grosso ago da calzolaio.
Infine ai piedi era legata una grossa catena, il cui rumore annunciava il loro arrivo. Un tempo, terrorizzati dai Cucibocca, i bimbi andavano di corsa a dormire.
Ma cos’ha a che fare questa leggenda dei Cucibocca con la Befana?
Pare che queste figure inquietanti altro non erano che gli ambasciatori della Befana. Infatti, una volta messi i piccoli a letto, la Befana poteva tranquillamente entrare nelle case e lasciare i doni nelle calze lasciate dai bambini.
Ma c’è un’altra leggenda legata ai Cucibocca:
pare che il nome Cucibocca, fosse legato alla fine dell’abbondanza del periodo di Natale. Secondo la tradizione, il rituale dei “nove bocconi dei Cucibocca”, costituirebbero le provviste per avviarsi verso la Quaresima.
La storia della Befana e del gatto
Quante volta abbiamo visto la Befana raffigurata a bordo della sua scopa volante o vicino al camino con il suo sacco intenta a lasciare doni a tutti i bambini buoni? Sicuramente tantissime. Ma quanti di voi hanno notato nelle varie scene il suo gatto nero? Forse in pochissimi.
Come detto, la simpatica vecchina è oggetto di diverse storie e leggende, ma ora vogliamo raccontarvi la storia del gatto nero epifanico, una storia che aiuterà a sciogliere qualche superstizione circa la figura di questo animale ritenuto dai più superstiziosi portatore di guai.
Secondo la leggenda, pare che un tempo, esistessero solo gatti tigrati, ad eccezione di quello nero della befana, così tanto nero che, di notte, se ne potevano distinguere solo gli occhi. Il gatto come ogni anno, accompagnava la befana a bordo della sua scopa, nella notte dell’Epifania, dopodiché andava in letargo fino all’anno successivo.
Pare però che una notte, il gatto fece cadere un regalo dalla scopa. La befana, prima di allora non aveva mai lasciato alcun bambino senza il suo dono, così ebbe l’idea! Penso di sostituire il regalo del bambino proprio con il suo gatto nero. Il bambino avrebbe così trovato il suo dono, ed al tempo stesso, il gatto avrebbe avuto una vita di coccole ed affetto.
Ed ecco che il gatto entrò a far parte del focolare domestico. La storia della Befana e del gatto nero insegnano che il gatto nero simboleggia la gioia e l’allegria, perché ha portato felicità nella casa che l’ha accolto.
E con questa bella storia a lieto fine che concludiamo i nostri racconti sulla simpatica vecchina tanta cara ai bambini.
E voi quale di queste storie avete preferito? Se ne conoscete altre, segnalatele come sempre nei commenti 🙂
Lascia un commento