Arquà Petrarca cosa vedere nel borgo euganeo del sommo Poeta!

Borgo di Arquà Petrarca, il secondo borgo più bello d’Italia

Arqua Petrarca

Borgo di Arquà Petrarca, il secondo borgo più bello d’Italia

«Scelgo di abitare in un solitario piccolo villaggio, in una graziosa casetta, circondata da un uliveto e da una vigna, dove trascorro i giorni pienamente tranquillo, lontano dai tumulti, dai rumori, dalle faccende, leggendo continuamente e scrivendo».

Chi non vorrebbe vivere in un posto così, puro, autentico e immerso nella quiete più assoluta.

Ed è proprio in un luogo così che il sommo Poeta Petrarca ha scelto di vivere gli ultimi anni della sua vita.
Si tratta del Borgo di Arquà Petrarca, un luogo dal fascino antico, inserito nel meraviglioso contesto dei Colli Euganei, situato precisamente alle pendici del Monte Piccolo e del Monte Ventolone.

Arquà Petrarca è uno di quei luoghi dove rifugiarsi quando si ha quell’impellente voglia di staccare, per ritrovare quella pace interiore che la quotidianità di tutti i giorni spesso un po’ annebbia. Una bellissima bolla di sapone che aleggia soave tra le verdi vette ed i panorami mozzafiato dei Colli Euganei.

Ed allora, care e cari Happy Agers, avete voglia anche voi di evadere per rifugiarvi tra il profumo delle ginestre, dei pini e tra gli scorci mozzafiato di Arquà?

Prima di iniziare il nostro viaggio alla scoperta di questo magnifico borgo, vorremmo raccontarvi come Petrarca è giunto ad Arquà e fornirvi anche qualche breve cenno storico.

 

La storia di Petrarca ad Arquà

Petrarca si stabilì in questo piccolo borgo euganeo nel 1368, dove trascorse in gli ultimi cinque anni della sua vita, assieme alla sua cara figlia, il genero e la sua adorata nipotina.

Fu in questa verde oasi di pace che Petrarca ispirato dalla quiete e dal bellissimo contesto che lo circondava, che ha realizzato alcune delle sue opere più famose.

Oltre a trascrivere il Canzoniere, Petrarca, lavorò inoltre ad un’altra delle sue opere più importanti, ovvero, il “De Viribus Illustribus”.

Ma perché il poeta si stabilì proprio ad Arquà Petrarca?

Beh, non è difficile capirne il motivo. Non a caso, Arquà Petrarca, fa parte del circuito de “I borghi più belli d’Italia”, inoltre, nel 2017 è salito sul podio aggiudicandosi il 2° posto nello speciale concorso “Borgo dei borghi”.

«Vasti boschi di castagni, noci, faggi, frassini, roveri coprivano i pendii di Arquà, ma erano soprattutto la vite, l’olivo e il mandorlo che contribuivano a creare il suggestivo e tipico paesaggio arquatense».

Sono esattamente queste le parole usate da Petrarca per descrivere la sua Arquà.
Francesco Petrarca a causa di alcuni problemi di salute, si trovava in quel periodo ad Abano Terme, località particolarmente nota per le cure termali. Si stabilì inizialmente a Padova ma il suo amico Francesco I da Carrara, signore di Padova, gli fece dono di un appezzamento di terra situato proprio nei pressi di Arquà.

Così Petrarca, oltre a dedicarsi alla poesia, amava ritagliarsi dei momenti durante la giornata per curare il suo orto, nel quale, non mancavano mai piante aromatiche, viti ed alberi di pomi.

Acquà Petrarca le origini

Arquà Petrarca è un bellissimo borgo medievale dalle origini molto antiche. Il nome del borgo deriva dal latino Arquatum o Arquata, successivamente modificato in Arquada durante la dominazione veneziana. Il nome venne poi ulteriormente trasformato in Arqua, e con l’annessione del Veneto al Regno d’Italia, per omaggiare il sommo poeta, venne modificato nel 1868 in Arquà Petrarca.

Ma il nucleo originario del paese fu fondato da Rodolfo Normanno, come risulta da un documento rinvenuto del 985 D.C.

Il borgo si sviluppò a partire dal castello, costruito nella parte alta del borgo. Purtroppo del castello originario sono giunte davvero pochissime tracce. La fortificazione venne infatti distrutta nel 1322 durante gli scontri tra padovani e scaligere.

Ad ogni modo intorno al castello si sviluppò pian piano tutto l’abitato che scende verso la vallata. È possibile infatti distinguere una Arquà Petrarca bassa ed un Arquà Petrarca alta.

Il borgo nei secoli successivi non si ampliò di molto e l’impianto urbanistico rimase quello originale ad esclusione di alcune dimore realizzate da nobili famiglie aristocratiche padovane e veneziane.

Va detto che, il villaggio di Arquà da sempre collegato alla Rocca di Monselice, costituiva con molta probabilità un bastione difensivo per controllare ed intercettare possibili attacchi.

 

Cosa vedere ad Arquà Petrarca

Fatta un pochino di luce circa le origini del borgo, del suo nome e su come il poeta sia giunto proprio ad Arquà è arrivato il momento di fare una bella passeggiata per godere a pieno di tutte le sue attrazioni più interessanti.

Innanzitutto quando arriverete ad Arquà respirerete sicuramente un’aria buonissima, ma non solo. Tra le vie del borgo, si respira una certa aria intellettuale. Dovete infatti sapere che, dopo la morte di Petrarca, Arquà inizio a diventare meta di pellegrinaggio di letterati provenienti da tutta l’Europa.

Si sviluppò così una sorta di turismo letterario. Passarono da questo borgo immerso nei colli Euganei anche scrittori e poeti del calibro di Foscolo, Shelley, Guinizelli, D’Annunzio e tanti altri ancora.
È infatti visibile la targa dedicata a Gabriele D’Annunzio che riporta un brano da “Il fuoco” in cui il poeta parla proprio di Arquà.
Detto questo partiamo immediatamente la nostra scalata verso il borgo.

Come detto il borgo si divide in due parti, Arquà alta ed Arquà bassa, vi renderete conto che il dislivello tra le due zone è piuttosto pronunciato. Dunque, vi consigliamo di indossare le vostre scarpette comode.

 

La Chiesa di Santa Maria Assunta

Partiamo ovviamente da Arquà bassa, dove troviamo una delle chiese più belle del paese, ovvero, la chiesa di Santa Maria Assunta, all’interno della quale si tennero i funerali di Petrarca. Anche questa chiesa è stata più volte rimaneggiata nel corso dei secoli. Vi era inizialmente un porticato, del quale oggi non vi è alcuna traccia.

Attorno al 1677 la sua struttura originaria venne poi ampliata sia in altezza che in larghezza. Anche la facciata, più volte modificata, oggi presenta una linea romanica.

L’interno della chiesa è invece caratterizzato da un’unica navata con tre altari ed un tetto con travatura a vista.

L’altare centrale, quello più importante, fu realizzato dallo scultore Francesco Rizzi della scuola del Bonazza ed è composto dalla statua della Vergine Maria e da quella dell’Arcangelo Gabriele.

Ad arricchire l’altare vi sono due Angeli ed altre figure di Santi.

Sempre all’interno sono conservate delle pale di grande pregio, poste accanto ai due altari laterali in legno scolpito risalenti al 500.

La pala dell’altare di destra, opera di Pietro Damini da Castelfranco, rappresenta il Battesimo di Gesù. La grande pala dell’Assunta, posta dietro l’altar maggiore, è opera di Palma il Giovane.

 

La fontana di Petrarca

Sempre nella parte bassa di Arquà troviamo la fontana  del Petrarca. Alla fontana, Petrarca si recava spessissimo per prendere l’acqua. Si presume che lo stesso Petrarca abbia fatto eseguire dei lavori di restauro.

È possibile notare sull’arco frontale in pietra della fontana un incisione che riporta le delle parole in latino dedicate al poeta:

“Fonti numen inest , hospes: venerare liquorem, unde bibens cecinit digna Petrarcha deis”
Un nume abita in questa fonte, o straniero: venera quest’acqua, bevendo la quale il Petrarca poté cantare versi divini.

La tomba di Petrarca

Dopo la fontana, i visitatori sono soliti fare tappa alla tomba del Poeta, realizzata in marmo rosso di Verona. Quelle che vedete oggi in realtà, fu eretta dal genero Francescuolo da Brossano solo dopo la morte dello scrittore, .

Sulla lapide vi è stata incisa una frase dettata dallo stesso Poeta:

“Frigida francisci lapis hic tegit ossa petrarce; suscipe virgo parens animam; sate virgine pace. fessaq(ue) iam terris celi requiescat in arce”

“Questa pietra ricopre le fredde ossa di Francesco Petrarca, accogli, o Vergine Madre, l’anima sua, e tu, figlio della Vergine, perdona. Possa essa, stanca della terra, riposare nella rocca celeste”.

 

La casa di Petrarca

Il nostro tour prosegue ora verso Arquà alta, per fare tappa alla “Casa di Petrarca”, senza alcun dubbio, simbolo numero uno di questo antico paesino.

La Casa di Petrarca, è stata trasformata in un grazioso museo, all’interno di quale è possibile rivivere la vita e ed ammirare alcuni affreschi tratti dalle opere del poeta.

 

L’Oratorio della Santissima Trinità a Loggia dei Vicari

Dopo la casa del Petrarca, visitiamo ora un altro luogo a lui caro, si tratta dell’Oratorio della Santissima Trinità. Petrarca era infatti solito recarsi in questa chiesetta per pregare.

Sottoposta nei secoli a continui interventi strutturali, ad oggi dell’oratorio è possibile ammirare diverse statue, tele ed affreschi.

Tra tutte, la statua di S. Cristoforo in pietra dipinta e la statua in legno dipinta, di S. Lucia, entrambe poste ai lati del bellissimo altare ligneo seicentesco. Sempre all’interno della chiesa vi sono conservate alcune lastre tombali ed un’antica acquasantiera romana.

Molto pregevole è la il quadro di Giovanni Battista Pellizzari e la grande tela del 1670, la quale immortala la “Città di Padova nell’atto di rendere omaggio a un vescovo martire”.

Se ci spostiamo all’esterno invece, noterete senza alcun dubbio il campanile del XII secolo, più volte più ristrutturato e modificato. Tuttavia, grazie ad alcune stampe seicentesche rinvenute nel 1928, che il campanile riacquisì la sua forma.

 

Loggia dei Vicari

Sempre annessa alla chiesa della Trinità, vi è la duecentesca Loggia dei Vicari, il luogo dove i capifamiglia ed i Vicari si incontravano per discutere dei problemi.

La visita della Loggia è molto suggestiva, al suo interno troverete gli stemmi dei Vicari, ad Arquà per conto della Serenissima.

Dalla Loggia dei Vicari imbocchiamo ora Via Castello, che vi porterà nel punto più alto del borgo, dove un tempo vi era il castello. Da qui potrete godere del suggestivo panorama che sconfina nei Colli Euganei.

 

Laghetto della costa

Dopo aver ammirato i meravigliosi panorami dal punto più alto di Arquà è ora arrivato il momento di scendere a valle fare tappa in un luogo davvero magico.
Si tratta di un meraviglioso Lago naturale della Costa dalle acque color azzurro cielo, che risaltano tra il verde brillante dei boschi. Non a caso dal 2011 è entrato nella lista dei luoghi patrimonio dell’umanità Unesco. Questo laghetto situato sul versante sud orientale dei Colli Euganei, viene alimentato da una sorgente termale e rappresenta il più importante sito naturalistico-archeologico dei Colli Euganei.

Non solo, è uno dei siti palafitticoli più importanti del Nord Italia con un villaggio risalente all’età del bronzo.

Il giardino di Valsanzibio

Dalle pendici del borghetto ci spostiamo ora a Valsanzibio, frazione di Arquà per fare tappa al bellissimo Giardino di Valsanzibio. Realizzato tra il 1665 e il 1696, è stato eletto nel 2003 come ‘Il più bel giardino d’Italia‘, mentre, nel 2007 è stato eletto il terzo giardino più bello in Europa.

Si tratta di un giardino barocco, ricco di alberi, fontane e statue, se ne contano oltre 60, scolpite interamente nella pietra d’Istria.

Ma non è tutto. Vi sono poi tantissime altre statue più piccole, ruscelli, cascate, laghetti, giochi d’acqua e peschiere, il tutto per un totale di 10 ettari di superficie. Sempre all’interno del giardino, troverete il suggestivo labirinto di bosso, l’Isola dei Conigli, la simbolica Grotta dell’Eremita e il Monumento al Tempo.

Come avrete potuto bel intuire, questo suggestivo borgo è davvero un concentrato di suggestioni, storia, cultura e natura. Cosa ne dite, si sarà meritato il suo secondo posto tra i borghi più belli d’Italia?

 

 

 

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