I piatti delle feste abruzzesi: viaggio tra sapori tipici, usi e tradizioni!

Abruzzo da scoprire, tra tradizioni e piatti tipici delle feste

piatti tipici delle feste abruzzesi

Abruzzo da scoprire, tra tradizioni e piatti tipici delle feste

Se al Natale mancano ormai meno di 50 giorni, al Capodanno non manca molto di più. Vedrete che tra qualche settimana vi sentirete già porre la fatidica domanda: cosa fate a Natale, dove andrete a Capodanno?

Sicuramente tra i tanti preparativi di Natale, non avete ancora avuto modo di pensarci molto. Ma noi siamo qui proprio per questo.

Nei prossimi giorni vi daremo alcuni spunti davvero interessanti su dove trascorrere le festività natalizie ed il capodanno 2022 / 2023.

Iniziamo quest’oggi con una di quelle mete che noi definiamo “slow”, lontane dal turismo di massa.

Abbiamo, dunque, scelto per voi l’Abruzzo.

Anche se più volte siamo stati in questa fantastica terra dei trabocchi, fatta di paesaggi suggestivi, maestose montagne, verde incontaminato, borghi e cittadine davvero bellissime, in realtà questa magnifica regione non smette mai di sorprenderci, nemmeno durante il periodo delle feste.

Quando arrivano il Natale, l’Abruzzo si veste infatti di una nuova atmosfera, tutto diventa magico. La neve quando cade ricopre tutto di un delicato candore, le lucine colorate, invece, rallegrano i cuori e lo spirito.

Ma l’Abruzzo è anche terra di tradizioni, fortemente radicate, che si tramandano di generazione in generazione. Soprattutto a tavola. Vi è un ritorno alle cose semplici e genuine del passato. Sono difatti molti i piatti della tradizione abruzzesi delle feste di Natale.

Ed allora care e cari Happy Agers, cosa ne dite di partire con noi per trascorrere queste feste in terra d’Abruzzo alla scoperta delle specialità culinarie di questa fantastica regione che a Natale e Capodanno riempiono le tavole di gusto e sapore?

Bene, se siete dei nostri, vi aspetta una bella scorpacciata di tante bontà tipiche.

Tradizioni abruzzesi delle feste

Prima di iniziare questo nostro viaggio culinario, vi abbiamo detto poco fa che, l’Abruzzo è una terra dove si tramandano diverse tradizioni durante le feste natalizie, una su tutte è quella del magico rito del ceppo.

Il rito del ceppo

Ma in cosa consiste questo rito del ceppo? È usanza in Abruzzo che le famiglie alla Vigilia di Natale si riuniscano per accendere un bel fuoco propiziatorio. Ma non è tutto. Si sceglie un ceppo che dovrà ardere dalla notte del 24 Dicembre, fino alla notte di Capodanno, senza farlo mai spegnere.

Al momento dell’accensione del ceppo si recita, inoltre, una formula magica che dice:

“Si rallegri il ceppo, domani è il giorno del pane. Ogni grazia di Dio entri in questa casa. Le donne facciano i figlioli, le capre caprette, le pecore agnelletti, abbondi il grano e la farina e si riempia la conca di vino”.

La “tecchia“, così chiamato il ceppo in dialetto tipico, simboleggia l’anno che volge al termine portando via con sé ogni avvenimento lieto e meno lieto.

La notte di San Silvestro, si conclude il rito e la cenere del ceppo ormai consumato, viene sparsa nella terra per renderla fertile per il nuovo anno.

Aspettando che il nostro ceppo bruci, vediamo cosa si mangia in Abruzzo nella settimana delle feste?

 

Quali sono i piatti della tradizione?

 

Vi state chiedendo cosa si mangia a Natale in Abruzzo?

Scrippelle ‘mbusse alla teramane, brodo con cardone e pallottine, caccionetti, parrozzo e molti altri sono i cibi della tradizione da non perdere se decidete di trascorrere le festività natalizie in Abruzzo.

E scrippelle ‘mbusse alla teramane

Iniziamo questo nostro viaggio dei sapori delle feste in Abruzzo dalle scrippelle ‘mbusse alla teramane. Si tratta di un piatto tipico della tradizione abruzzese e teramana, leggero, nutriente e davvero facile da preparare.

Queste scrippelle, sono delle frittatine che assomigliano tanto a delle crêpes, infatti, pare che ad inventare questo piatto sia stato proprio un francese, ovvero, Enrico Castorani, l’aiuto cuoco addetto alla mensa degli ufficiali francesi di stanza, però a Teramo.

 

Ma cosa vuol dire scrippelle ‘mbusse?

In dialetto abruzzese, ‘mbusse, vuole dire “inzuppate”, questo perché, le scrippelle abruzzesi vengono bagnate con un brodo di carne.

 

Come preparare le scrippelle

Se desiderate prepararle, dovrete preparare per prima cosa un bel brodo di carne, poi passate alle scrippelle.

Sappiate che il rapporto è sempre un uovo a persona. Ad esempio, se a tavola siete in sei, allora vi occorreranno sei uova.

In un contenitore amalgamate le 6 uova, 12 cucchiai di farina ed aggiungete 6 bicchieri d’acqua poco per volta, fino a quando non avrete raggiunto una consistenza piuttosto liquida.

Prendete una pentola bassa antiaderente, riscaldatela per bene e con un mestolino, prendete un pochino del vostro composto e versatelo nella padella. Fate roteare la padella in modo da creare uno strato sottile ed uniforme.

Quando tutte le scrippelle sono pronte, al centro di ognuna mettete una bella manciata di parmigiano grattugiato, arrotolatele e sistematele in un piatto fondo. Prendete il brodo caldo e versatelo sulle vostre scrippelle ‘mbusse alla teramana, spolverate ancora con il parmigiano grattugiato e servite ben calde. Vi consigliamo di provare assolutamente questo piatto se decidete di trascorrere le feste dell’ultimo dell’anno in Abruzzo.

 

Brodo con il cardone

Altro piatto della tradizione delle feste in Abruzzo è il brodo con il cardone, un must della cucina di questa regione che non può assolutamente mancare sulla tavola in particolare il giorno di Natale.

E’ un piatto davvero molto ricco di ingredienti e per questo anche ricco di sapore. Viene preparato in segno di buon auspicio, di abbondanza ed è proprio per questo che è usanza mangiarne anche più di un piatto.

Come suggerisce già il nome, questo piatto consiste in un bel brodo fatto di carni miste (tacchino, vitello e gallina) aromatizzato con sedano, carote, cipolla e gambi di prezzemolo ed udite udite, anche da un pizzico di cannella.

Ma non solo, ad accompagnarlo vi sono anche delle buonissime pallottine, ovvero, delle polpettine di carne piccolissime cotte in acqua o in poco brodo.

Altro ingrediente fondamentale di questo piatto sono i cardi da lessare in abbondante acqua.

Alla fine si uniscono i tre ingredienti in un unico piatto e la bontà è servita a tavola. Anzi non ancora.

Pensavate che fosse finita qui. In realtà il brodo con il cardone c’è chi lo serve accompagnato anche da una bella pizza rustica. Prepararla è semplicissimo vi basterà separare i rossi d’uovo dagli albumi, montare a neve questi ultimi ed unirli poi al composto di uova, ad una bella manciata di pecorino o grana grattugiato, a 6 cucchiai circa di farina e al prezzemolo tritato finemente. Fate cuocere in forno ed una volta fredda tagliare a dadini e servirla con il brodo.

 

Il parrozzo

Dopo il brodo, è il momento di passare ai dolci abruzzesi delle feste di Natale. Tra i tanti vogliamo parlarvi del “parrozzo” che consiste in una torta a forma di cupola, ricoperta di cioccolato fondente ed una morbida mollica di mandorle. Questo dolce è davvero molto antico, pensate che venne creato per la prima volta nel 1920 da Luigi D’Amico, un pasticcere pescarese, che volle creare un dolce che assomigliasse al pane rozzo della tradizione:

  1. Il cioccolato fondente come copertura per ricordare la crosta scura del pane;
  2. L’interno giallo (dato dall’uso delle uova) per ricordare lo stesso colore della mollica delle pagnotte mangiate dai contadini;
  3. Le mandorle tritate per riprendere la stessa consistenza del pane.

Si racconta che il primo ad assaggiare questo dolce fu Gabriele D’annunzio, il quale lo apprezzò talmente tanto da scrivere “La canzone del parrozzo”.

Per prepararlo non dovete fare altro che mescolare in una ciotola il semolino, farina, mandorle, zucchero, burro albumi montati a neve con una parte dello zucchero, tuorli e cioccolato fondente sciolto a bagnomaria da utilizzare poi alla fine come copertura.

Non perdetevi questa bontà se scegliete l’Abruzzo come meta per trascorrere le feste.

 

I caccionetti abruzzesi

Altro dolce che non dovete assolutamente perdervi sono i cancionetti abruzzesi. Sono simili nella forma a dei ravioli, ripieni però con una base di crema, ceci, castagne o marmellata d’uva.

Questi golosissimi dolci, vengono chiamati anche caggionetti, o in dialetto abruzzese “caggiunitt“.

Per prepararli occorrono sicuramente un po’ di ingredienti, ma realizzarli è in realtà molto semplice e divertente. Una ricetta che vi suggeriamo di preparare assieme ai vostri nipoti.

L’impasto esterno consiste in un composto di farina, olio e vino bianco da lasciar riposare per almeno un paio di ore.

Anche realizzare il ripieno è molto semplice. Basta cuocere il vino cotto in una pentola, al quale aggiungere mandorle, cannella, cioccolato, castagne spellate ed il liquore. Mescolare per bene per ottenere un composto omogeneo.

Lasciar riposare anche questo per un paio d’ore. Trascorso il tempo necessario, prendete il primo impasto, stenderlo molto sottile e ricavare dei quadratini da circa 4 cm. Ogni quadratino va farcito con una pallina di ripieno, ripiegare la sfoglia e ricavate dei triangoli.

Infine friggere i calcionetti in abbondante olio di semi. Non saranno proprio dietetici, ma durante le feste qualche sgarro è concesso.

 

Questi sono solo alcuni dei piatti tipici delle feste abruzzesi, sapori fatti di cose semplici, di prodotti della tradizione contadina, come vino, mandorle, carni, verdure o formaggi. Si dice che a Natale è tradizione in Abruzzo servire almeno nove portate. Fateci sapere quante riuscite a mangiarle tutte.

 

 

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